INFORMAZIONI GENERALI
L'Arabia Saudita è guidata da una monarchia ereditaria fondata sui principi dell'Islam. La legge Islamica, Shari'ah, costituisce il fondamento del sistema di governo e stabilisce la natura dello Stato, i suoi obiettivi e responsabilità, regolamentando anche i rapporti tra governo e cittadini.
Il Sovrano, che è anche Primo Ministro, garantisce l'applicazione della legge Islamica, guida la politica generale dello Stato, e sovrintende all'amministrazione e alla difesa della Nazione. Il Principe Ereditario è nominato dal Re. I membri del Consiglio dei Ministri assistono il Sovrano nell'adempimento dei suoi compiti.
Il Consiglio dei Ministri è stato istituito da Re Abdul Aziz Bin Abdul Rahman Al-Saud nel 1953. E' composto dal Re che ne è il Primo Ministro, dal Principe Ereditario che e' Primo Vice Primo Ministro, da un Secondo Vice Primo Ministro e dal Gabinetto dei Ministri. Il Consiglio è responsabile della formulazione e dell'attuazione delle politiche nazionali, estere, finanziarie, economiche, scolastiche e militari, nonché degli affari generali dello Stato. Il Consiglio si riunisce settimanalmente ed è presieduto dal Re o da un suo delegato. L'attuale re, Abdullah Bin Abdulaziz Al Saud, è stato proclamato il 1° agosto 2005.
Il Paese è suddiviso in 13 province: Ar Riyad, Makkah (Provincia Occidentale), Al Madinah, Ash Sharqiyah (Provincia Orientale), ‘Asir, Al- Bahah, Tabuk, Al Qasim, Ha’il, Al-Jowf, Al Hudud ash Shamaliyah (Confini Settentrionali), Jizan, Najran. Ogni provincia ha un Governatore, un Vice Governatore e un Consiglio provinciale. Quest'ultimo delibera in merito alle materie di competenza locale, predispone i bilanci, esamina i futuri piani di sviluppo e verifica i progetti in fase di studio e progettazione.
ECONOMIA
Situazione economica generale
L'Arabia Saudita possiede un quarto delle risorse mondiali di petrolio e attualmente ha una capacità produttiva di circa 10 milioni di barili al giorno. Lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi, insieme al gas naturale, è la maggiore ricchezza del Paese e assicura circa il 70% delle entrate statali. Tuttavia, le autorità da diversi anni hanno adottato una politica di "diversificazione", al fine di stimolare il settore privato a contribuire allo sviluppo economico nazionale, e hanno avviato una serie di privatizzazioni nei trasporti aerei e nelle telecomunicazioni.
Nell'ambito del Gulf Cooperation Council (GCC), il Regno Saudita ha svolto un ruolo importante quale Paese coordinatore nell'avviamento dell'unione doganale (2003) e nella costituzione di un mercato a valuta comune tra i Paesi del Golfo, che dovrebbe entrare in vigore nel 2010.
La Saudi Arabian Monetary Agency (SAMA), la Banca Centrale Saudita, conduce una politica monetaria prudente e rigorosa. Il risultato è un livello d'inflazione basso (inferiore all'1%). Questo, combinato al cambio fisso col dollaro USA, assicura al Paese una certa stabilità finanziaria, anche se l'apprezzamento dell'euro rispetto al dollaro ha causato un conseguente deprezzamento del riyal, la moneta locale.
Interventi governativi
Il Ministero della Pianificazione formula i piani di sviluppo quinquennali, che individuano gli obiettivi da perseguire a medio e lungo termine, mentre il Ministero dell'Economia e delle Finanze sovraintende alla concreta attuazione delle politiche economiche del Paese.
Il finanziamento pubblico ha promosso la formazione di cinque istituti preposti al credito negli specifici settori dell'imprenditoria privata, fornendole i mezzi necessari per competere sul mercato.
Il più antico di tali enti è la Banca Saudita dell'Agricoltura, fondata nel 1963 per finanziare progetti aziendali del settore oltre a fornire crediti per acquisti di macchinari ed esigenze produttive.
In campo più prettamente imprenditoriale opera invece il Fondo Saudita per lo Sviluppo Industriale (SIDF), istituito nel 1974, che costituisce il primo ente finanziario ad aver concesso mutui senza interessi per la realizzazione di nuovi stabilimenti di produzione e trasformazione, arrivando a coprire fino al cinquanta per cento dei capitali aziendali. Anche il settore delle costruzioni è stato molto agevolato. Il Fondo per lo Sviluppo Immobiliare, attivo dal 1974, è l'unico istituto al mondo ad erogare mutui senza interessi all'edilizia residenziale e commerciale. I suoi finanziamenti sono inoltre rimborsabili in venticinque anni.
Il Fondo per gli Investimenti Pubblici, nato nel 1971, si occupa dei prestiti alle società statali o semi pubbliche. Da ultimo la Banca del Credito Saudita, fondata nel 1973, promuove il finanziamento di attività private ritenute utili per il contesto sociale, come le ristrutturazioni abitative e la formazione professionale.
L'Arabia Saudita sta attuando a ritmo sostenuto la riorganizzazione dei centri decisionali di politica economica, con l'obiettivo di accelerare le riforme e le nuove iniziative. A tale scopo sono stati istituiti nuovi enti governativi come ad esempio la Saudi Arabian General Investment Authority, che nel 2001 ha sostituito la Saudi Consulting House. Tra le sue diverse funzioni fornisce consulenza e servizi gratuiti alle imprese attraverso l'accesso ad un centro informativo pubblico, dando informazioni sulle opportunità di investimento nei settori emergenti dell'imprenditoria del Paese. Un altro ente governativo nato negli ultimi anni è il Supremo Consiglio Economico voluto dal Consiglio dei Ministri e da altri enti governativi e responsabile anche delle politiche economiche del Governo.
Altro ente di rilievo nato nel 1999-2000 per promuovere gli investimenti ed aprire nuovi orizzonti all'economia nazionale diversificando le fonti delle entrate, è la Suprema Commissione del Turismo. Re Fahd e il Principe Ereditario Abdullah, in occasione della sua costituzione, hanno richiamato l'attenzione sull'importanza della conservazione dell'ambiente, delle antichità islamiche e dei siti storici. L'Arabia Saudita mira al miglioramento della qualità dei servizi turistici incoraggiando un'azione coordinata tra autorità, agenzie ufficiali e settore privato.
VIII Piano di Sviluppo (2005-2009)
L'VIII Piano di Sviluppo è un documento che espone la strategia del Governo Saudita per la crescita del Paese. È riassumibile in 12 obiettivi generali e 21 punti strategici.
Gli obiettivi generali mirano a conservare i valori e gli insegnamenti islamici, a migliorare le condizioni di vita della popolazione, sviluppare le risorse umane e le opportunità di occupazione, proteggere l'ambiente e le risorse idriche, rafforzare i rapporti con i paesi amici, Arabi e Islamici. Vi sono inoltre una serie di obiettivi economici:
Il Piano presenta in particolare tre macro-aree prioritarie: energia, trasporti e information technology. A questi settori la SAGIA ha cercato di applicare linee guida geoallocative e metodologiche univoche per garantire un approccio comune a tutte le materie oggetto di sviluppo. In relazione alla distribuzione geografica dei nuovi investimenti per esempio sono state individuate una serie di direttrici industriali e produttive prioritarie.
Per quanto riguarda il settore industriale ed estrattivo, gli investimenti verranno indirizzati nelle aree di Jeddah, Dammam, Makkah, Gassim e Ahsa, mentre per gli impianti di desalinizzazione dell'acqua e gli impianti di estrazione le risorse saranno orientate verso Ras Azour e Jubail.
In relazione all'area dei trasporti l'ambizioso obiettivo del nuovo piano è fare dell'Arabia Saudita il crocevia strategico per i collegamenti tra est e ovest, sia migliorando i servizi aeroportuali, sia creando nuovi porti adibiti a zone di libero scambio. In tale ottica, gli obiettivi strategici riguardano le città di Yanbu, Rabigh, Jizan e Haqil sulla costa ovest, e Dammam e Hubail su quella est.
Infine, per le telecomunicazioni Riyadh attualmente rappresenta il 50% del mercato ICT del Medio Oriente - Nord Africa e l'obiettivo del Piano è rendere l'Arabia Saudita l'economia tecnologica principale dell'area. Questo settore non è stato oggetto di una precisa politica geografica, ma il nuovo piano prevede forti incentivi agli investimenti, anche in considerazione del fatto che l'età media della popolazione è di 21,4 anni e il 38,2% della popolazione ha meno di 15 anni. Si tratta dunque di un bacino d'utenza aperto all'innovazione e fortemente technology-oriented.
La popolazione dell'Arabia Saudita è costituita da 27.019.731 abitanti, 5.576.076 dei quali sono stranieri (per la maggior parte provenienti da Egitto, India, Pakistan, Yemen e Filippine). Il tasso di crescita della popolazione è del 2,18%, la scolarizzazione raggiunge il 78,8% (2003). L'85% della popolazione vive nelle città, il 15% vive nelle aree rurali. Il 64,5% dei Sauditi vive a La Mecca e nella Provincia Orientale (Ash Sharqiyah), mentre la zona meno abitata è il nord del Paese (1,2%). Riyadh, Jeddah e La Mecca hanno più di un milione di abitanti, mentre Medina, Dammam e Taef più di mezzo milione. La forza-lavoro è stimata al 48,35% della popolazione sopra i 15 anni. Il 35,43% sono sauditi contro il 75,67% di stranieri. Il tasso di disoccupazione è del 4,62% per quanto riguarda la popolazione saudita, mentre meno dell'1% dei disoccupati è straniero. Le autorità tendono a un processo di saudizzazione della forza lavoro che porterebbe ad un assorbimento della disoccupazione. Tuttavia, per raggiungere questo obiettivo dovrebbe potersi trovare sul mercato interno una manodopera con livelli professionali adeguati. Per questo, il Governo ha posto l'accento nell'ultimo piano quinquennale sullo sviluppo delle risorse umane saudite, sull'educazione e la formazione, al fine di rispondere in modo efficace alle esigenze del mercato del lavoro interno e dello sviluppo economico.
Il mercato del lavoro si divide in tre settori principali: servizi (28,69%), lavori tecnici (27,98%) e posizioni manageriali (3,56%). La forza lavoro saudita si concentra principalmente in attività manageriali ed educative, mentre la forza lavoro straniera si concentra nel commercio, nella pesca e nelle attività sociali.
Infrastrutture
A causa della distanza che separa le città principali, l'aereo è il mezzo di trasporto più usato per spostarsi all'interno del Paese. La compagnia di bandiera è la Saudi Arabian Airlines (SAUDIA). Sul territorio sono presenti 25 aeroporti, tre dei quali sono internazionali: il King Khalid di Rhyadh, il King Abdulaziz di Jeddah e il King Fahd di Dammam.
L'Arabia Saudita è attraversata da circa 160.000 Km di strade, dei quali 47.000 sono asfaltati e collegano le principali città. La maggior parte dei trasporti di merci avviene su strada.
L'Organizzazione Saudita delle Ferrovie offre servizi su una rete di 1.391 Km tra Dammam e Riyadh. Vi sono piani che prevedono l'espansione della rete ferroviaria in diversi percorsi, anche prevedendo la privatizzazione dei progetti.
Inoltre, l'Arabia Saudita possiede il più grande network del mare del Medio Oriente, costituito da 8 porti, 6 dei quali sono porti commerciali e 2 sono porti industriali. I più grandi sono il Porto di Dammam, il Porto Islamico di Jeddah, seguiti dal Porto Commerciale di Jubail, il Dry Port di Riyadh, il Porto di Jizan, il Porto di Dhiba, il Porto di Yanbu e il Porto industriale King Fahd di Jubail. L'industria del trasporto marittimo comprende 118 compagnie che operano con una flotta di 261 navi con una capacità totale di 1.244 miliardi di tonnellate.
Normativa doganale
L’Arabia Saudita fa parte del Consiglio di Cooperazione del Golfo che al momento attuale negozia un accordo di libero scambio con l’Unione Europea. L’Arabia Saudita, membro dell’OMC, attua una politica d’importazione liberale per la maggior parte dei prodotti, pur esistendo tuttavia alcuni divieti di importazione per i prodotti contenenti alcool (alimenti e bevande), la carne di maiale (a cui si aggiunge il divieto di importazione per animali e carne dall’Unione Europea, a causa dei rischi di contaminazione da EBS, e da novembre 2005, il Paese impone il divieto di importazione di pollame adulto, proveniente da tutti i Paesi), le rane, le rappresentazioni religiose non musulmane, numerosi giochi (per motivi religiosi) e vari prodotti come le noci moscate, gli pneumatici usati, i binocoli ad infrarossi, i fuochi d’artificio. Alcuni prodotti sono soggetti ad autorizzazione, fra cui sementi agricole, animali vivi, prodotti chimici e farmaceutici.
Le spedizioni destinate all’Arabia Saudita devono essere accompagnate da una serie di documenti, tra cui la dichiarazione in dogana (DAU).
La fattura, redatta in inglese o in arabo, in quattro esemplari, deve menzionare il prezzo FOB, il costo di trasporto e di assicurazione e deve essere vistata e legalizzata dalla Camera di Commercio di competenza.
Le spedizioni destinate all’Arabia Saudita devono essere accompagnate da un certificato d’origine emesso e legalizzato dalla Camera di Commercio di competenza e dalla Camera di Commercio Italo-Araba.
La fattura commerciale ed il certificato d’origine devono riportare l’indicazione del destinatario, la vidimazione della Camera di Commercio in Italia e della Camera di Commercio Italo-Araba a Roma o a Milano, e diritti consolari.
Legislazione societaria
Circa la forma giuridica che può assumere una ditta commerciale in Arabia Saudita, la base di riferimento è costituita dalla Companies Law promulgata con Decreto Reale n. M6 nel 1965, ed emendata nel 1967. Tale regolamentazione prevede 9 diversi tipi di società.
Società per azioni:
In base all'Articolo 52 della Company Law, una S.p.A. ha 5 caratteristiche:
L'autorizzazione a costituire una S.p.A. viene rilasciata dal Ministero del Commercio, ad eccezione di società concessionarie, società che gestiscono un servizio pubblico, società che fruiscono di sussidi statali, società a partecipazione statale, istituti bancari e di credito. In questi casi le società possono essere costituite solo dietro autorizzazione rilasciata attraverso un decreto reale in base ad un’approvazione del Consiglio dei Ministri. L'atto costitutivo e lo statuto sociale vengono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale (UMM AL-QURA).
Le norme prevedono che i conti delle S.p.A. siano verificati da revisori (auditors) sauditi oppure autorizzati ad operare in Arabia Saudita. Per motivi di carattere fiscale, il rendiconto finanziario revisionato va presentato al Ministero del Commercio, al Ministero dell'Industria ed al Ministero delle Finanze.
Società a responsabilità limitata:
avvocati, contabili e altri consulenti, sono consentite forme di partnership.
Il volume degli investimenti italiani verso l'Arabia Saudita non è molto elevato. Essi si concentrano nei settori petrolchimico, edile e componenti per l'edilizia, alimentare. Per il futuro si prospettano espansioni nel settore dei servizi. Il mercato saudita ha comunque caratteristiche atte ad attrarre investimenti esteri: è in espansione, il costo dell'energia è basso, la manodopera ha costi contenuti ed è qualificata grazie all'alto numero di lavoratori stranieri. I fattori negativi restano la sicurezza, la ristrettezza delle convenzioni sociali, una generale macchinosità dei tempi di risposta. Non si registrano peraltro movimenti di particolare interesse per quanto riguarda i capitali sauditi verso l'Italia.
Per incrementare e promuovere le relazioni economiche e le attività commerciali e industriali tra Italia e Arabia Saudita, in occasione di un incontro avvenuto a Roma nel luglio 2005 tra il Consiglio delle Camere di Commercio e dell'Industria Saudite e Unioncamere, è stato creato l'Italian Saudi Business Council. Questo organismo, a carattere non governativo e con finalità no-profit, assisterà gli imprenditori di entrambi i Paesi attraverso uno scambio di informazioni in merito alle opportunità offerte dai propri mercati nazionali, favorendo la cooperazione, economica, industriale e tecnologica attraverso la creazione di joint venture, trasferimento di conoscenze e condivisione di know how (nel sito della SAGIA, al link http://www.sagia.gov.sa/innerpage.asp?ContentID=558&Lang=en, si può trovare un'utile guida "Fare affari con i Sauditi". Contiene le principali regole di comportamento utili agli imprenditori che si devono recare per affari in Arabia Saudita).
Autorità Generale degli Investimenti (SAGIA)
L'Arabia Saudita da sempre incoraggia la realizzazione di partnership con società straniere. Il Consiglio dei Ministri ha promosso la costituzione dell'Autorità Generale degli Investimenti (SAGIA), ente che ha come compito quello di:
Il sistema fiscale dell'Arabia Saudita funziona in un modo più elasticoal confronto di quello italiano, perché le tasse sono più basse. Il sistema giuridico si basa nella legge dell'islam "Sharia" che è stata estrapolata dal Corano e dalla Sunna. Nel 1992 sono state avvalse solo le leggi fondamentali cioè quelle che hanno una funzione costituzionale, perché per loro la vera costituzione è il Corano. In questa guida, con pochi e semplici passaggi, vi illustrerò come funziona il sistema fiscale in Arabia Saudita, fornendovi inoltre, tutte le informazioni necessarie e qualche utile suggerimento su come effettuare questa operazione nella maniera più semplice e rapida possibile. Vediamo quindi come procedere.La moneta degli arabi è la "riyal saudita (Sar)". Le tasse religiose sono: la "Zakat" che sarebbe una tassa imposta dal Corano, la "Sadaka" cioè l'elemosina e infine il quinto "Koms". La "Zakat" è una tassa sacra che obbliga il popolo dell'Arabia Saudita all'erogazione e che influisce sul reddito e anche sugli immobili che posseggono. Questa imposta è destinata alle persone ed hai settori che ne hanno più bisogno. La "Zakat" si calcola dal capitale sul conto corrente di ogni singolo cittadino, dal profitto annuale, dai prestiti avuti per finanziare un'attività o investimenti e dai sussidi.Secondo le normative fiscali il reddito del lavoratore autonomo o dell'impresa è soggetta ad una tassa che ammonta al 20%. Ciò vale anche per le persone che non hanno la nazionalità saudita, sono esclusi i lavoratori che svolgono la propria attività lavorativa alle dipendenze di un datore di lavoro. Ci sono però alcune differenze per qualche settore commerciale. Le società che operano nel campo del petrolio sono soggette ad una aliquota pari all'85% invece per le società che si occupano del gas naturale la tassa varia dal 30% al 85%.
L'Arabia Saudita è guidata da una monarchia ereditaria fondata sui principi dell'Islam. La legge Islamica, Shari'ah, costituisce il fondamento del sistema di governo e stabilisce la natura dello Stato, i suoi obiettivi e responsabilità, regolamentando anche i rapporti tra governo e cittadini.
Il Sovrano, che è anche Primo Ministro, garantisce l'applicazione della legge Islamica, guida la politica generale dello Stato, e sovrintende all'amministrazione e alla difesa della Nazione. Il Principe Ereditario è nominato dal Re. I membri del Consiglio dei Ministri assistono il Sovrano nell'adempimento dei suoi compiti.
Il Consiglio dei Ministri è stato istituito da Re Abdul Aziz Bin Abdul Rahman Al-Saud nel 1953. E' composto dal Re che ne è il Primo Ministro, dal Principe Ereditario che e' Primo Vice Primo Ministro, da un Secondo Vice Primo Ministro e dal Gabinetto dei Ministri. Il Consiglio è responsabile della formulazione e dell'attuazione delle politiche nazionali, estere, finanziarie, economiche, scolastiche e militari, nonché degli affari generali dello Stato. Il Consiglio si riunisce settimanalmente ed è presieduto dal Re o da un suo delegato. L'attuale re, Abdullah Bin Abdulaziz Al Saud, è stato proclamato il 1° agosto 2005.
Il Paese è suddiviso in 13 province: Ar Riyad, Makkah (Provincia Occidentale), Al Madinah, Ash Sharqiyah (Provincia Orientale), ‘Asir, Al- Bahah, Tabuk, Al Qasim, Ha’il, Al-Jowf, Al Hudud ash Shamaliyah (Confini Settentrionali), Jizan, Najran. Ogni provincia ha un Governatore, un Vice Governatore e un Consiglio provinciale. Quest'ultimo delibera in merito alle materie di competenza locale, predispone i bilanci, esamina i futuri piani di sviluppo e verifica i progetti in fase di studio e progettazione.
ECONOMIA
Situazione economica generale
L'Arabia Saudita possiede un quarto delle risorse mondiali di petrolio e attualmente ha una capacità produttiva di circa 10 milioni di barili al giorno. Lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi, insieme al gas naturale, è la maggiore ricchezza del Paese e assicura circa il 70% delle entrate statali. Tuttavia, le autorità da diversi anni hanno adottato una politica di "diversificazione", al fine di stimolare il settore privato a contribuire allo sviluppo economico nazionale, e hanno avviato una serie di privatizzazioni nei trasporti aerei e nelle telecomunicazioni.
Nell'ambito del Gulf Cooperation Council (GCC), il Regno Saudita ha svolto un ruolo importante quale Paese coordinatore nell'avviamento dell'unione doganale (2003) e nella costituzione di un mercato a valuta comune tra i Paesi del Golfo, che dovrebbe entrare in vigore nel 2010.
La Saudi Arabian Monetary Agency (SAMA), la Banca Centrale Saudita, conduce una politica monetaria prudente e rigorosa. Il risultato è un livello d'inflazione basso (inferiore all'1%). Questo, combinato al cambio fisso col dollaro USA, assicura al Paese una certa stabilità finanziaria, anche se l'apprezzamento dell'euro rispetto al dollaro ha causato un conseguente deprezzamento del riyal, la moneta locale.
Interventi governativi
Il Ministero della Pianificazione formula i piani di sviluppo quinquennali, che individuano gli obiettivi da perseguire a medio e lungo termine, mentre il Ministero dell'Economia e delle Finanze sovraintende alla concreta attuazione delle politiche economiche del Paese.
Il finanziamento pubblico ha promosso la formazione di cinque istituti preposti al credito negli specifici settori dell'imprenditoria privata, fornendole i mezzi necessari per competere sul mercato.
Il più antico di tali enti è la Banca Saudita dell'Agricoltura, fondata nel 1963 per finanziare progetti aziendali del settore oltre a fornire crediti per acquisti di macchinari ed esigenze produttive.
In campo più prettamente imprenditoriale opera invece il Fondo Saudita per lo Sviluppo Industriale (SIDF), istituito nel 1974, che costituisce il primo ente finanziario ad aver concesso mutui senza interessi per la realizzazione di nuovi stabilimenti di produzione e trasformazione, arrivando a coprire fino al cinquanta per cento dei capitali aziendali. Anche il settore delle costruzioni è stato molto agevolato. Il Fondo per lo Sviluppo Immobiliare, attivo dal 1974, è l'unico istituto al mondo ad erogare mutui senza interessi all'edilizia residenziale e commerciale. I suoi finanziamenti sono inoltre rimborsabili in venticinque anni.
Il Fondo per gli Investimenti Pubblici, nato nel 1971, si occupa dei prestiti alle società statali o semi pubbliche. Da ultimo la Banca del Credito Saudita, fondata nel 1973, promuove il finanziamento di attività private ritenute utili per il contesto sociale, come le ristrutturazioni abitative e la formazione professionale.
L'Arabia Saudita sta attuando a ritmo sostenuto la riorganizzazione dei centri decisionali di politica economica, con l'obiettivo di accelerare le riforme e le nuove iniziative. A tale scopo sono stati istituiti nuovi enti governativi come ad esempio la Saudi Arabian General Investment Authority, che nel 2001 ha sostituito la Saudi Consulting House. Tra le sue diverse funzioni fornisce consulenza e servizi gratuiti alle imprese attraverso l'accesso ad un centro informativo pubblico, dando informazioni sulle opportunità di investimento nei settori emergenti dell'imprenditoria del Paese. Un altro ente governativo nato negli ultimi anni è il Supremo Consiglio Economico voluto dal Consiglio dei Ministri e da altri enti governativi e responsabile anche delle politiche economiche del Governo.
Altro ente di rilievo nato nel 1999-2000 per promuovere gli investimenti ed aprire nuovi orizzonti all'economia nazionale diversificando le fonti delle entrate, è la Suprema Commissione del Turismo. Re Fahd e il Principe Ereditario Abdullah, in occasione della sua costituzione, hanno richiamato l'attenzione sull'importanza della conservazione dell'ambiente, delle antichità islamiche e dei siti storici. L'Arabia Saudita mira al miglioramento della qualità dei servizi turistici incoraggiando un'azione coordinata tra autorità, agenzie ufficiali e settore privato.
VIII Piano di Sviluppo (2005-2009)
L'VIII Piano di Sviluppo è un documento che espone la strategia del Governo Saudita per la crescita del Paese. È riassumibile in 12 obiettivi generali e 21 punti strategici.
Gli obiettivi generali mirano a conservare i valori e gli insegnamenti islamici, a migliorare le condizioni di vita della popolazione, sviluppare le risorse umane e le opportunità di occupazione, proteggere l'ambiente e le risorse idriche, rafforzare i rapporti con i paesi amici, Arabi e Islamici. Vi sono inoltre una serie di obiettivi economici:
- diversificare l'economia con particolare attenzione all'industria manifatturiera, settore energetico e derivati, minerario, turistico e information technology;
- incrementare la produttività dell'economia nazionale e la sua competitività, rendendola più flessibile ed efficiente ai cambiamenti economici a livello regionale, nazionale e internazionale;
- aumentare la partecipazione del settore privato nello sviluppo socio- economico;
- raggiungere uno sviluppo regionale bilanciato;
- sviluppare il sistema scientifico e tecnologico, con particolare attenzione
Il Piano presenta in particolare tre macro-aree prioritarie: energia, trasporti e information technology. A questi settori la SAGIA ha cercato di applicare linee guida geoallocative e metodologiche univoche per garantire un approccio comune a tutte le materie oggetto di sviluppo. In relazione alla distribuzione geografica dei nuovi investimenti per esempio sono state individuate una serie di direttrici industriali e produttive prioritarie.
Per quanto riguarda il settore industriale ed estrattivo, gli investimenti verranno indirizzati nelle aree di Jeddah, Dammam, Makkah, Gassim e Ahsa, mentre per gli impianti di desalinizzazione dell'acqua e gli impianti di estrazione le risorse saranno orientate verso Ras Azour e Jubail.
In relazione all'area dei trasporti l'ambizioso obiettivo del nuovo piano è fare dell'Arabia Saudita il crocevia strategico per i collegamenti tra est e ovest, sia migliorando i servizi aeroportuali, sia creando nuovi porti adibiti a zone di libero scambio. In tale ottica, gli obiettivi strategici riguardano le città di Yanbu, Rabigh, Jizan e Haqil sulla costa ovest, e Dammam e Hubail su quella est.
Infine, per le telecomunicazioni Riyadh attualmente rappresenta il 50% del mercato ICT del Medio Oriente - Nord Africa e l'obiettivo del Piano è rendere l'Arabia Saudita l'economia tecnologica principale dell'area. Questo settore non è stato oggetto di una precisa politica geografica, ma il nuovo piano prevede forti incentivi agli investimenti, anche in considerazione del fatto che l'età media della popolazione è di 21,4 anni e il 38,2% della popolazione ha meno di 15 anni. Si tratta dunque di un bacino d'utenza aperto all'innovazione e fortemente technology-oriented.
La popolazione dell'Arabia Saudita è costituita da 27.019.731 abitanti, 5.576.076 dei quali sono stranieri (per la maggior parte provenienti da Egitto, India, Pakistan, Yemen e Filippine). Il tasso di crescita della popolazione è del 2,18%, la scolarizzazione raggiunge il 78,8% (2003). L'85% della popolazione vive nelle città, il 15% vive nelle aree rurali. Il 64,5% dei Sauditi vive a La Mecca e nella Provincia Orientale (Ash Sharqiyah), mentre la zona meno abitata è il nord del Paese (1,2%). Riyadh, Jeddah e La Mecca hanno più di un milione di abitanti, mentre Medina, Dammam e Taef più di mezzo milione. La forza-lavoro è stimata al 48,35% della popolazione sopra i 15 anni. Il 35,43% sono sauditi contro il 75,67% di stranieri. Il tasso di disoccupazione è del 4,62% per quanto riguarda la popolazione saudita, mentre meno dell'1% dei disoccupati è straniero. Le autorità tendono a un processo di saudizzazione della forza lavoro che porterebbe ad un assorbimento della disoccupazione. Tuttavia, per raggiungere questo obiettivo dovrebbe potersi trovare sul mercato interno una manodopera con livelli professionali adeguati. Per questo, il Governo ha posto l'accento nell'ultimo piano quinquennale sullo sviluppo delle risorse umane saudite, sull'educazione e la formazione, al fine di rispondere in modo efficace alle esigenze del mercato del lavoro interno e dello sviluppo economico.
Il mercato del lavoro si divide in tre settori principali: servizi (28,69%), lavori tecnici (27,98%) e posizioni manageriali (3,56%). La forza lavoro saudita si concentra principalmente in attività manageriali ed educative, mentre la forza lavoro straniera si concentra nel commercio, nella pesca e nelle attività sociali.
Infrastrutture
A causa della distanza che separa le città principali, l'aereo è il mezzo di trasporto più usato per spostarsi all'interno del Paese. La compagnia di bandiera è la Saudi Arabian Airlines (SAUDIA). Sul territorio sono presenti 25 aeroporti, tre dei quali sono internazionali: il King Khalid di Rhyadh, il King Abdulaziz di Jeddah e il King Fahd di Dammam.
L'Arabia Saudita è attraversata da circa 160.000 Km di strade, dei quali 47.000 sono asfaltati e collegano le principali città. La maggior parte dei trasporti di merci avviene su strada.
L'Organizzazione Saudita delle Ferrovie offre servizi su una rete di 1.391 Km tra Dammam e Riyadh. Vi sono piani che prevedono l'espansione della rete ferroviaria in diversi percorsi, anche prevedendo la privatizzazione dei progetti.
Inoltre, l'Arabia Saudita possiede il più grande network del mare del Medio Oriente, costituito da 8 porti, 6 dei quali sono porti commerciali e 2 sono porti industriali. I più grandi sono il Porto di Dammam, il Porto Islamico di Jeddah, seguiti dal Porto Commerciale di Jubail, il Dry Port di Riyadh, il Porto di Jizan, il Porto di Dhiba, il Porto di Yanbu e il Porto industriale King Fahd di Jubail. L'industria del trasporto marittimo comprende 118 compagnie che operano con una flotta di 261 navi con una capacità totale di 1.244 miliardi di tonnellate.
Normativa doganale
L’Arabia Saudita fa parte del Consiglio di Cooperazione del Golfo che al momento attuale negozia un accordo di libero scambio con l’Unione Europea. L’Arabia Saudita, membro dell’OMC, attua una politica d’importazione liberale per la maggior parte dei prodotti, pur esistendo tuttavia alcuni divieti di importazione per i prodotti contenenti alcool (alimenti e bevande), la carne di maiale (a cui si aggiunge il divieto di importazione per animali e carne dall’Unione Europea, a causa dei rischi di contaminazione da EBS, e da novembre 2005, il Paese impone il divieto di importazione di pollame adulto, proveniente da tutti i Paesi), le rane, le rappresentazioni religiose non musulmane, numerosi giochi (per motivi religiosi) e vari prodotti come le noci moscate, gli pneumatici usati, i binocoli ad infrarossi, i fuochi d’artificio. Alcuni prodotti sono soggetti ad autorizzazione, fra cui sementi agricole, animali vivi, prodotti chimici e farmaceutici.
Le spedizioni destinate all’Arabia Saudita devono essere accompagnate da una serie di documenti, tra cui la dichiarazione in dogana (DAU).
La fattura, redatta in inglese o in arabo, in quattro esemplari, deve menzionare il prezzo FOB, il costo di trasporto e di assicurazione e deve essere vistata e legalizzata dalla Camera di Commercio di competenza.
Le spedizioni destinate all’Arabia Saudita devono essere accompagnate da un certificato d’origine emesso e legalizzato dalla Camera di Commercio di competenza e dalla Camera di Commercio Italo-Araba.
La fattura commerciale ed il certificato d’origine devono riportare l’indicazione del destinatario, la vidimazione della Camera di Commercio in Italia e della Camera di Commercio Italo-Araba a Roma o a Milano, e diritti consolari.
Legislazione societaria
Circa la forma giuridica che può assumere una ditta commerciale in Arabia Saudita, la base di riferimento è costituita dalla Companies Law promulgata con Decreto Reale n. M6 nel 1965, ed emendata nel 1967. Tale regolamentazione prevede 9 diversi tipi di società.
Società per azioni:
In base all'Articolo 52 della Company Law, una S.p.A. ha 5 caratteristiche:
- è composta da 5 o più individui o entità;
- il capitale sociale è diviso in azioni di uguale importo negoziabili. La
responsabilità degli azionisti si limita alla loro partecipazione; - il capitale non può essere inferiore a SR 2.000.000 oppure non meno di
10.000.000 se le azioni vengono sottomesse alla sottoscrizione pubblica; - il valore di ogni azione deve essere almeno pari a SR 50;
L'autorizzazione a costituire una S.p.A. viene rilasciata dal Ministero del Commercio, ad eccezione di società concessionarie, società che gestiscono un servizio pubblico, società che fruiscono di sussidi statali, società a partecipazione statale, istituti bancari e di credito. In questi casi le società possono essere costituite solo dietro autorizzazione rilasciata attraverso un decreto reale in base ad un’approvazione del Consiglio dei Ministri. L'atto costitutivo e lo statuto sociale vengono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale (UMM AL-QURA).
Le norme prevedono che i conti delle S.p.A. siano verificati da revisori (auditors) sauditi oppure autorizzati ad operare in Arabia Saudita. Per motivi di carattere fiscale, il rendiconto finanziario revisionato va presentato al Ministero del Commercio, al Ministero dell'Industria ed al Ministero delle Finanze.
Società a responsabilità limitata:
- ha almeno 2 e non più di 50 soci;
- il capitale è diviso in parti uguali;
- il capitale non deve essere inferiore a SR 2.000.000 (SR 5.000.000 per i
progetti industriali e SR 25.000.000 per i progetti agricoli); - il capitale non può essere sottoscritto dal pubblico;
- non può svolgere attività assicurativa o bancaria.
Società in nome collettivo/società semplice
- è una società tra due o più persone collettivamente responsabili per i debiti nel limite del patrimonio personale;
- non ha capitale sociale minimo;
- deve essere registrata presso il Ministero del Commercio;
- è il tipo di società più comune e preferito dai cittadini sauditi.
Società in accomandita/mixed liability partnership
In questo tipo di società il socio accomandatario risponde anche col suo patrimonio personale, mentre la responsabilità dell'accomandante si limita al proprio investimento nella società.
Filiali registrate di società estere
La loro presenza in Arabia Saudita è regolata anche da norme specifiche che riguardano consulenti accreditati, traders, imprese governative, imprese private e imprese industriali.
avvocati, contabili e altri consulenti, sono consentite forme di partnership.
- società commerciali estere: non possono vendere i loro prodotti direttamente nel Regno dell'Arabia Saudita. L'attività commerciale è
riservata alle ditte e individui sauditi al 100%. - imprese estere che lavorano esclusivamente per il Governo e non sono
registrate nel Regno dell'Arabia Saudita devono avere una registrazione commerciale temporanea (Temporary Commercial Registration). Un'impresa che lavora per il Governo e non ha un socio saudita dovrà servirsi di un agente di servizi (Service Agent) dietro pagamento di una commissione che non può superare il 5% del valore del contratto.
Joint ventures
Associazione temporanea tra due o più persone o ditte per eseguire un progetto/contratto specifico, accordo di cui non sono al corrente parti terze (la ditta estera non ha diritto alla presenza in Arabia Saudita).
Tale tipo di associazione non va confusa con la joint-venture company, dove la società straniera partecipa con capitale, macchinari, servizi e know how alla costituzione in Arabia Saudita di una società dotata di personalità giuridica. Lo straniero nella joint venture può avere anche il 51% delle azioni.
Altri tipi di società
Vi sono inoltre altri tre tipi di società - le società a responsabilità limitata da quote, le società con capitale variabile e le società cooperative - che sono però molto rari e non riguardano società estere.
Il volume degli investimenti italiani verso l'Arabia Saudita non è molto elevato. Essi si concentrano nei settori petrolchimico, edile e componenti per l'edilizia, alimentare. Per il futuro si prospettano espansioni nel settore dei servizi. Il mercato saudita ha comunque caratteristiche atte ad attrarre investimenti esteri: è in espansione, il costo dell'energia è basso, la manodopera ha costi contenuti ed è qualificata grazie all'alto numero di lavoratori stranieri. I fattori negativi restano la sicurezza, la ristrettezza delle convenzioni sociali, una generale macchinosità dei tempi di risposta. Non si registrano peraltro movimenti di particolare interesse per quanto riguarda i capitali sauditi verso l'Italia.
Per incrementare e promuovere le relazioni economiche e le attività commerciali e industriali tra Italia e Arabia Saudita, in occasione di un incontro avvenuto a Roma nel luglio 2005 tra il Consiglio delle Camere di Commercio e dell'Industria Saudite e Unioncamere, è stato creato l'Italian Saudi Business Council. Questo organismo, a carattere non governativo e con finalità no-profit, assisterà gli imprenditori di entrambi i Paesi attraverso uno scambio di informazioni in merito alle opportunità offerte dai propri mercati nazionali, favorendo la cooperazione, economica, industriale e tecnologica attraverso la creazione di joint venture, trasferimento di conoscenze e condivisione di know how (nel sito della SAGIA, al link http://www.sagia.gov.sa/innerpage.asp?ContentID=558&Lang=en, si può trovare un'utile guida "Fare affari con i Sauditi". Contiene le principali regole di comportamento utili agli imprenditori che si devono recare per affari in Arabia Saudita).
Autorità Generale degli Investimenti (SAGIA)
L'Arabia Saudita da sempre incoraggia la realizzazione di partnership con società straniere. Il Consiglio dei Ministri ha promosso la costituzione dell'Autorità Generale degli Investimenti (SAGIA), ente che ha come compito quello di:
- definire le politiche da sottoporre al SEC (Consiglio Supremo per l'Economia) per sviluppare e promuovere gli investimenti esteri;
- proporre al Governo programmi volti a migliorare il clima di investimenti;
- preparare studi sulle possibilità di investimento;
- collegare gli organi amministrativi aventi competenza in materia per
facilitare l'attuazione degli investimenti ed evitare duplicazioni delle
procedure.
La SAGIA è l'interlocutore privilegiato degli operatori esteri: essendo la sola autorità titolare del rilascio delle licenze per nuovi progetti riduce sensibilmente i problemi per gli operatori non sauditi. Ogni progetto viene affidato ad un funzionario incaricato di seguirlo lungo l'intero iter e di reperire le autorizzazioni necessarie.
Agli investitori esteri viene richiesto solo di fornire:
1) una lettera di intenti che lo impegni a investire nel Regno, a nome suo o della società per cui lavora;
2) un documento con lo statuto della società che rappresenta;
3) una seconda lettera di intenti, nel caso di una joint venture con uno o più soci sauditi, comprovante la disponibilità di questi ultimi a concludere l'accordo.
Entro 30 giorni dalla presentazione del progetto la SAGIA ha l'obbligo di comunicare la propria decisione, in caso contrario vale la norma del "silenzio-assenso".
Il Consiglio di Amministrazione dell'Autorità procede ad una revisione periodica della lista dei settori preclusi agli stranieri, che secondo le intenzioni del Governo sono destinati a ridursi progressivamente. La SAGIA vigila inoltre sul rispetto dei limiti minimi fissati dal Governo per il valore degli investimenti nei singoli settori (in particolare: 6,6 milioni di euro in campo agricolo; 1,3 milioni di euro in campo industriale; 530 mila euro per gli altri progetti). L'Autorità può autorizzare eccezioni, in caso di trasferimento di know-how e tecnologia, e interviene se ritiene che si siano verificate violazioni dei regolamenti. Contro le decisioni della SAGIA, nel caso l'apposito Comitato conciliatore non riesca dirimere la controversia, è previsto il ricorso a un Diwan Al-Madallum, o Board of Grievance.
Secondo i dati diffusi dalla SAGIA e dal Ministero delle Finanze, all'agosto 2003 erano state distribuite 68 licenze ad aziende italiane, per un totale di 145,28 milioni di dollari.
Il sistema fiscale dell'Arabia Saudita funziona in un modo più elasticoal confronto di quello italiano, perché le tasse sono più basse. Il sistema giuridico si basa nella legge dell'islam "Sharia" che è stata estrapolata dal Corano e dalla Sunna. Nel 1992 sono state avvalse solo le leggi fondamentali cioè quelle che hanno una funzione costituzionale, perché per loro la vera costituzione è il Corano. In questa guida, con pochi e semplici passaggi, vi illustrerò come funziona il sistema fiscale in Arabia Saudita, fornendovi inoltre, tutte le informazioni necessarie e qualche utile suggerimento su come effettuare questa operazione nella maniera più semplice e rapida possibile. Vediamo quindi come procedere.La moneta degli arabi è la "riyal saudita (Sar)". Le tasse religiose sono: la "Zakat" che sarebbe una tassa imposta dal Corano, la "Sadaka" cioè l'elemosina e infine il quinto "Koms". La "Zakat" è una tassa sacra che obbliga il popolo dell'Arabia Saudita all'erogazione e che influisce sul reddito e anche sugli immobili che posseggono. Questa imposta è destinata alle persone ed hai settori che ne hanno più bisogno. La "Zakat" si calcola dal capitale sul conto corrente di ogni singolo cittadino, dal profitto annuale, dai prestiti avuti per finanziare un'attività o investimenti e dai sussidi.Secondo le normative fiscali il reddito del lavoratore autonomo o dell'impresa è soggetta ad una tassa che ammonta al 20%. Ciò vale anche per le persone che non hanno la nazionalità saudita, sono esclusi i lavoratori che svolgono la propria attività lavorativa alle dipendenze di un datore di lavoro. Ci sono però alcune differenze per qualche settore commerciale. Le società che operano nel campo del petrolio sono soggette ad una aliquota pari all'85% invece per le società che si occupano del gas naturale la tassa varia dal 30% al 85%.